Educare un cucciolo è fondamentale perché diventi un cane capace di affrontare serenamente la sua esistenza. Le prime settimane di vita di un cucciolo sono strategiche per il suo corretto sviluppo psicofisico e comportamentale. Ecco perché se possiedi un cucciolo o pensi di adottarne uno, è bene conoscerne il meccanismo.

Il periodo che va dalla quarta alla dodicesima settimana di vita del cane viene definito sensibile, perché il sistema nervoso del cucciolo è assolutamente recettivo agli stimoli esterni e la sua capacità di apprendimento è massima.

Classe di socializzazione e “adulti regolatori”

La socializzazione del cucciolo, come spiega l’esperto Luca Rossi, deve avvenire tra il 21° e il 120°-130° giorno, perchè in questa età sono attivi dei processi di apprendimento che trascendono dall’apprendimento associativo, che è invece attivo per tutta la vita del cane.

In questo periodo bisogna favorire delle frequentazioni, e il cucciolo deve imparare a relazionarsi con gli altri cani. Le lezioni di socializzazione si svolgono all’interno di un nucleo di cani con cui il cucciolo condivide il gioco e i processi educativi.

D’importanza fondamentale è la presenza, nell’ambito del suddetto nucleo, dei cosiddetti “adulti regolatori” che bloccano gli eccessi comportamentali e sostengono, invece, le relazioni sociali ben attivate.  Se il cucciolo esagera, l’esemplare adulto provvederà ad inibire l’eccesso.

La postura di sottomissione 

Il cucciolo deve imparare anche la cosiddetta “postura di sottomissione” che, una volta adulto, lo preserverà da qualsiasi forma  di aggressività da maschi dominanti.

Il cane dominante è quasi sempre restio ad accettare comandi, per cui una volta grande potrebbe creare non pochi problemi, tra cui un’imperante aggressività, che in questo caso si chiama aggressività da dominanza.

L’ammiccamento 

Il cane impara inoltre l’ammiccamento. Nella comunicazione canina esiste tutta una serie di segnali corporei tesi a trasmettere “messaggi di pace”. Questi messaggi sono stati identificati e codificati da Turid Rugaas (studiosa del comportamento del cane con esperienza ultra trentennale), che li denominò “segnali calmanti” proprio perché utilizzati dal cane sia per calmare se stesso quando è stressato o a disagio sia per calmare gli altri individui, comunicando loro in modo inequivocabile le proprie intenzioni pacifiche.

Lo sbattere le palpebre, l’ammiccare, solitamente accompagnato dal distogliere lo sguardo e dallo spostare la testa, è esclusivamente un segnale di pacificazione.

Redazione BauBoys, la Community che ama gli animali